Intervenire sulla illuminazione pubblica per risparmiare energia e risorse economiche
Risparmio energetico ed economico, contenimento dell’inquinamento luminoso, maggior efficienza e risparmi gestionali, messa a norma degli impianti: questi i vantaggi di cui fruiscono i Comuni che intervengono sugli impianti dell’illuminazione pubblica.
Risparmiare sulle utenze: scelta obbligata
La necessità di affrontare in modo programmato e sistematico i risparmi sulle utenze (illuminazione pubblica e degli edifici pubblici, condizionamento, riscaldamento, telefonia, informatica) per realizzare risparmi ed efficienza è una scelta quasi obbligata.
Infatti, date le scelte economiche e finanziarie del Governo, i Comuni dovranno individuare tutti i risparmi possibili, perché solo così potranno sopravvivere a questa stagione tanto difficile e continuare a erogare i servizi di cui hanno bisogno i cittadini.
I principi cardine dell’ attivita’ dei Comuni
Acquisizione degli impianti e modalità di acquisizione, gara per la gestione degli impianti, accordo ponte per il periodo transitorio: queste le attività da avviare al più presto.
Acquisizione degli impianti. La grande maggioranza dei Comuni ha contribuito in misura rilevante ai costi realizzativi di nuovi impianti e alle spese di ammodernamento degli esistenti. La clausola contenuta nelle convenzioni prevedeva però che nonostante il contributo rilevante degli enti locali la proprietà degli impianti rimanesse di Enel Sole. Tale prassi genera due ordini di problemi: uno riferito alla sua non reiterabilità stante il fatto che il denaro pubblico non può essere utilizzato per costituire cespiti a favore di un privato. Un altro dato dalla necessità di dare attuazione all’obbligo di legge di porre in capo all’ente pubblico la proprietà delle reti. L’acquisizione degli impianti consentirebbe dunque all’ente di procedere immediatamente all’indizione della gara.
Modalità di acquisizione. Sotto il profilo teorico le strade praticabili sono tre: la prima, del tutto ipotetica, è quella prevista dal DPR 168/2010 che consente la messa a gara immediata del servizio previa quantificazione dell’indennizzo che il futuro gestore dovrà erogare al vecchio “gestore”. Tale ipotesi è contrastata da Enel Sole che sostiene, a ragione, di non essere solo un mero gestore bensì un proprietario. La procedura dell’indennizzo potrà quindi essere praticata solo in presenza di un assenso formale da parte di Enel Sole. Rimangono aperte altre due strade: quella della cessione bonaria (le parti concordano un costo di cessione-acquisizione); e quella del riscatto (RD 2578/1925 e DPR 902/86), già sperimentato con successo da alcuni Comuni delle province di Brescia, Bergamo e Cremona. Sia la cessione bonaria sia il riscatto necessitano di un preventivo rilievo puntuale degli impianti per tutelare le singole amministrazioni “acquirenti”. La perizia sugli impianti inoltre permette che la futura messa a gara del servizio possa basarsi su elementi certi e su indirizzi operativi giustificati.
Gara per la gestione e benefici per l’Ente locale. Una volta acquisiti gli impianti il Comune potrà mettere a gara il servizio. La gara dovrà raggiungere alcuni obiettivi quali la riduzione dei consumi energetici, il contenimento dell’inquinamento luminoso, la maggior efficienza e i risparmi gestionali, la messa a norma dell’intera rete; la valorizzazione economica degli impianti acquisiti e l’integrazione con la rete già di proprietà comunale.
Accordo ponte. C’è la necessità di regolarizzare la gestione nel corso del periodo transitorio che a nostro avviso per la grande maggioranza dei Comuni decorre da gennaio 2011 e scade al momento in cui i Comuni riusciranno a completare la gara per la gestione del servizio.
La proprieta’ degli impianti e’ la priorita’
Per decidere a chi affidare la gestione del servizio ci deve essere un unico proprietario degli impianti di illuminazione.
Nella maggior parte dei Comuni però parte degli impianti sono ancora di proprietà Enel. Senza la totale disponibilità degli impianti, evidenziano giurisprudenza e normativa, i Comuni non sono in grado di scegliere forme di gestione degli impianti, né di indire gara per l’affidamento del servizio qualora volessero seguire questa strada. Risulta quindi necessario che i Comuni procedano al riscatto degli impianti al fine di scegliere la gestione del servizio.
La gara per la gestione degli impianti, che appare una delle strade più probabili che i Comuni possano percorrere, apre la strada ad altre possibilità: il risparmio, sia energetico sia economico mediante la riduzione dei consumi energetici, il contenimento dell’inquinamento luminoso, la maggior efficienza e i risparmi gestionali, la messa a norma dell’intera rete.
La scadenza delle convenzioni
Il recente referendum del 12 e 13 giugno, abrogando l’art. 23 bis della legge 133/08, ha prodotto effetti sui servizi pubblici locali compreso quello dell’illuminazione pubblica.
In molti Comuni il servizio è stato sinora regolato solo sulla base di convenzioni stipulate nei decenni passati, con durata breve (annuale, biennale, massimo triennale). Nei mesi scorsi Enel Sole è stata interpellata in merito alla evidente decadenza ope legis delle citate convenzioni (la normativa europea, ma anche quella italiana, vietano infatti il rinnovo e la proroga tacita dei contratti) e ha sempre risposto con lettere standard nelle quali – richiamato proprio l’art. 23 bis, comma 8 lett. D – indicava quale scadenza “legittima” della convenzione il 31 dicembre 2015 !
Tali affermazioni ci sono sempre apparse prive di fondamento giuridico e amministrativo. Ora però, a seguito dell’abolizione referendaria del citato articolo, il campo avrebbe dovuto essere definitivamente sgomberato da equivoci e contestazioni. Ci risulta invece che Enel Sole stia contattando diversi Comuni proponendo:
- comunicazione di avvio di piani straordinari di manutenzione “ordinaria” (quali le verniciature o i ricambi lampade a programma)
- interventi straordinari, spesso offerti in modo gratuito ovvero ripagabili con rateazioni dei canoni su base pluriennale.
Si presume che tali proposte nascano dalla “convinzione” di Enel Sole che le concessioni in oggetto siano ancora valide. Ritenendo che, ancor più dopo l’abrogazione del 23 bis, tali concessioni siano da considerare decadute a tutti gli effetti, vi segnaliamo quanto segue.
Piani di manutenzione ordinaria e interventi straordinari proposti da Enel Sole
I Comuni devono esaminare con grande attenzione le proposte che pervengono da Enel Sole e valutarne tutte le implicazioni, diversamente potrebbero trovarsi in difficoltà per scelte successive.
La proposta di comunicazione di avvio di piani straordinari di manutenzione “ordinaria” (quali le verniciature o i ricambi lampade a programma) dovrebbe essere prevista e convenzionata all’interno di una nuova intesa di durata limitata alla fase necessaria alla definizione di una regolare procedura di affidamento dell’intero servizio. In assenza di accordi-ponte o intese transitorie, gli interventi proposti avrebbero come unico effetto l’incremento degli esborsi in parte corrente richiesti a piè di lista dal gestore (Enel Sole) al Comune. Si propone pertanto di respingerli e/o di rinviarli nel tempo.
In merito alla proposta di interventi straordinari, spesso offerti in modo gratuito ovvero ripagabili con rateazioni dei canoni su base pluriennale, segnaliamo che le proposte sarebbero da verificare almeno sotto due aspetti. Il primo è quello della legittimità. Le proposte riflettono infatti, molto spesso, affidamenti sopra-soglia in assenza di procedure competitive e tantomeno di convenzioni vigenti che prevedano, a monte, tali ipotesi di affidamento. Quasi sempre, inoltre, viene previsto che la proprietà degli impianti – anche dopo l’esecuzione degli interventi – rimanga ad Enel Sole!
Nei casi in cui tale intervento fosse proposto gratuitamente occorrerebbe valutare un secondo aspetto relativo alla effettiva economicità della proposta. Se infatti il Comune dovesse – come è nel suo diritto – avviare a breve la procedura di acquisizione degli impianti, Enel Sole avrebbe buon gioco a “mettere in conto” il costo degli interventi proposti come “gratuiti”. Il rischio reale insomma è quello di pagare poco o niente nell’immediato, ma di incrementare notevolmente il valore futuro di acquisizione degli impianti.
Nell’uno e nell’altro caso (pagamenti rateizzati o pseudo – gratuità) riteniamo che gli interventi proposti non vadano in alcun modo accettati.
Dal Tar di Brescia al Consiglio di Stato del giugno 2011
La giustizia amministrativa si è espressa a favore del riscatto degli impianti di pubblica illuminazione da parte dei Comuni.
Da tempo numerosi Comuni hanno aderito alla prassi del riscatto degli impianti di illuminazione pubblica. Di fronte all’opposizione di Enel proposta in via legale si è espresso il Tar di Brescia.
Il Tar di Brescia tra l’altro ha ribadito: “il riscatto, infatti, è preordinato a garantire solo la disponibilità degli impianti al Comune, in modo tale che questi possa individuare il modo più economico e soddisfacente per l’interesse pubblico della sua gestione”. Lo stesso Consiglio di Stato, in sede di appello cautelare, ha peraltro precisato che “la normativa in materia di riscatto degli impianti di cui al R.D. 15 ottobre 1925, n. 1568 ed al D.L. n. 902/1986 non risulta implicitamente abrogata per effetto della sopravvenuta disciplina poi recepita dal T.U. n. 267/00 nella misura in cui mira all’assicurazione in capo agli enti locali, della proprietà degli impianti costituente presupposto indefettibile per l’indizione della procedura per l’affidamento del servizio pubblico ovvero per la relativa assunzione in house”, dando atto che la giurisprudenza in senso contrario citata riguarda il diverso, specifico, settore del gas e non è analogicamente estensibile (ordinanza Consiglio di Stato, V, n. 6639/08 del 12 dicembre 2009)”. Per altro, a fronte del ricorso al Consiglio di Stato presentato da Enel Sole, nella sentenza depositata il 14 giugno scorso, il Consiglio ribadisce quanto deciso dal Tar di Brescia.
Si segnala che anche il Tar Piemonte, con sentenza n° 112/2011 si è pronunciato a favore della facoltà di riscatto da parte dei Comuni.
Molti Comuni hanno già avviato le pratiche per il riscatto degli impianti
Le procedure per il riscatto degli impianti nel Piano d’azione per l’energia
Per avviare le procedure di fornitura dei servizi di diagnosi, installazione, gestione, manutenzione e finanziamento di un investimento finalizzato al miglioramento dell’efficienza energetica è dunque indispensabile una progettazione accurata, gestita da professionisti specializzati e qualificati, nonché procedere con la stesura di un capitolato di appalto dedicato.
Lo “Studio elettrotecnico Torelli” che opera da anni nel settore scontrandosi quotidianamente con queste problematiche ed avvalendosi di collaboratori altamente qualificati ha maturato esperienza e conoscenza specifica.
Ovviamente è opportuno che il Comune riscatti la proprietà dell’impianto, dopo aver acquisito la necessaria cognizione sulla consistenza dei punti luce (proprietà e gestore della rete, numero e tipologia dei centri luminosi, tipologia dei circuiti di alimentazione, età degli impianti).
La procedura da seguire per il riscatto degli impianti è indicata dal DPR 902/86 e prevede che il Consiglio comunale deliberi di procedere all’acquisizione della proprietà a fronte di un indennizzo e dia mandato alla Giunta e all’Ufficio Tecnico per gli atti esecutivi. Il proprietario, a cui viene notificato l’atto deve redigere lo stato di consistenza dell’impianto, la base per determinare l’indennizzo dovuto, ai sensi dell’art. 24 del RD 15.10.25 n. 2578 (valore degli impianti tenuto conto del degrado e dedotti i contributi pubblici). Nel caso in cui questi non provveda in tal senso, lo stato di consistenza verrà definito dal Comune.
Una volta terminata la valutazione economica, che deve considerare il degrado subito dagli impianti, lo stato di obsolescenza degli apparecchi di illuminazione e la loro rispondenza alla LR, il rispetto delle attuali normative di sicurezza elettrica (Norme CEI) e prestazionali – illuminotecniche, viene presentata l’offerta formale al proprietario tramite un atto della Giunta comunale in cui viene fissata una data per la presa di possesso. Se il proprietario non accetta l’indennizzo, questo viene accantonato a sua disposizione e viene avviata la procedura arbitrale prevista dallo stesso art. 24, comma 7° T.U. municipalizzate. Contemporaneamente, con ordinanza sindacale, il Comune dichiara l’avvenuto riscatto e prende possesso dell’impianto.
Tecnologia: che tipo di illuminazione scegliere?
Sempre più diffusa, la tecnologia Led presenta, oggi, secondo un buon numero di esperti, più ombre che luci.
Nella decisione circa le nuove tecnologie da utilizzare per l’illuminazione, molti Comuni sono indecisi. Si chiedono se sia migliore l’illuminazione a Led, oppure se non sia più opportuno usare lampade a basso consumo. A volte sembra che i Led siano la tecnologia migliore in assoluto, e il Comune di Torraca è ormai il caso simbolo dell’utilizzo di impianti di illuminazione pubblica a Led. Persino quotidiani e riviste internazionali (dal New York Times al National Geographic) si sono occupati del caso Torraca, prima città al mondo a essere illuminata completamente a Led.
In effetti, da più parti vengono evidenziati i vantaggi di questa tecnologia quali la durata di funzionamento (i LED ad alta emissione arrivano a circa 50.000 ore), la riciclabilità dei materiali utilizzati, l’assenza di mercurio, l’accensione a freddo, la durata non influenzata dal numero di accensioni/spegnimenti.
Taluni aspetti rispondono al vero (per esempio durata di funzionamento, totale riciclabilità del corpo illuminante ecc.), ma nell’applicazione pratica sono stati rilevati, in tempi recenti, alcuni aspetti che mettono in discussione l’efficacia e l’efficienza di questa tecnologia soprattutto per quanto riguarda l’illuminazione stradale. Va detto che si tratta di una tecnologia in evoluzione e quindi passibile di ulteriori miglioramenti e che i “critici” ne sottolineano sia le potenzialità sia l’utilizzo in specifiche situazioni, come per esempio l’illuminazione di monumenti, parchi, giardini ecc.
Proprio per far fronte a questi aspetti delicati ma importanti e su cui non sempre viene fatta piena luce per l’opinione pubblica, è assolutamente indispensabile affidarsi a professionisti del settore che siano assolutamente liberi da vincoli con produttori di materiale, fornitori o altro. Solo in questo caso sarà possibile portare a compimento il complesso iter di “risparmio energetico e risorse economiche”.
Lo “Studio elettrotecnico Torelli” come associazione di professionisti si integra perfettamente in questa figura fondamentale ed indispensabile.