MA QUANTO CI COSTANO GLI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA …
Innanzitutto è necessario sapere che gli impianti di illuminazione pubblica sono solitamente di due tipologie:
- Impianti di proprietà comunale
- Impianti di altre proprietà
Gli impianti di proprietà comunale vengono gestiti solitamente dal manutentore incaricato che si limita spesso alla mera sostituzione delle lampadine esaurite o dei principali componenti danneggiati, oppure il comune ha una struttura che gestisce con il suo personale addetto.
Gli impianti che invece non sono di proprietà comunale sono spesso soggetti a convenzioni che vengono rinnovate periodicamente con il proprietario dell’impianto (spesso in conflitto con la legislazione vigente) che si impegna a provvedere alla manutenzione ordinaria (o almeno dovrebbe).
Anche se a prima vista le due situazioni sembrano equivalenti, analizzando i dati emergono forti differenze e perplessità.
Su entrambe le tipologie di impianto ci sono dei costi di manutenzione e dei costi dell’energia consumata.
Sulla scorta di dati che abbiamo raccolto negli ultimi anni mediati con diverse realtà sia grandi che piccole, abbiamo constatato che il costo di manutenzione degli impianti di proprietà comunale è circa un terzo degli altri impianti.
Per quel che riguarda invece i costi di energia si differenziano principalmente dal fatto che sugli impianti di proprietà comunale ci sono dei contatori di energia, mentre sugli altri impianti spesso ci sono dei contratti a forfait, quindi, anche se la lampada è spenta il comune paga ugualmente l’energia non consumata.
Ma le differenze non sono tutte qui e scavando nei dati emergono situazioni imbarazzanti, dove tutti parlano di riduzione delle spese, ma dall’altra esistono delle falle enormi.
Per quanto riguarda gli impianti comunali abbiamo detto quindi che il comune, o almeno il manutentore sono consci della situazione esistente e sono liberi di adottare tutte le misure che ritengono opportune per ridurre i costi ed ottimizzare gli impianti. Lo stesso si può dire per quanto riguarda i costi di energia, perché se si decide di spegnere un impianto o limitarne le ore di accensione, si ridurranno proporzionalmente i costi energetici (probabilmente in un prossimo articolo sarà trattata nel dettaglio questa situazione dove è possibile adottare accorgimenti interessanti a costo zero).
Decisamente opposta è la situazione degli impianti che non sono di proprietà dove non esiste nessun tipo di controllo e potere decisionale in quanto l’amministrazione è legata ai vincoli contrattuali della convenzione che è rinnovata periodicamente, come abbiamo detto spesso in modo illecito.
Già sul rinnovo ci sarebbe da discutere in quanto le pubbliche amministrazioni sono obbligate (tranne alcune eccezioni) a fare dei bandi di appalto. Quindi il tecnico comunale o amministratore che firma una convenzione senza gara di appalto si deve assumere le sue responsabilità o dimostrare di non aver compiuto un illecito.
A parte questa parentesi di carattere burocratico, che tratterò prossimamente in dettaglio, il comune non ha alcuna possibilità decisionale su quegli impianti, pertanto, qualsiasi modifica si rendesse necessaria potrà solo far intervenire la proprietà, ovviamente ai costi che vuole, senza alcuna concorrenza. Anche su questo punto abbiamo raccolto informazioni che dimostrano i costi decisamente elevati rispetto allo stesso lavoro gestito direttamente dal comune. Un ordine di grandezza può essere di circa 2÷3 volte superiore … intanto non c’è concorrenza, quindi prendere o lasciare.
Poi si deve parlare della manutenzione dove contrattualmente viene corrisposto un canone annuo per la sostituzione e mantenimento in servizio degli impianti (che spesso non viene neppure eseguito come da convenzione). Anche questo paragonato al costo di un impianto comunale è di circa 2÷3 volte superiore.
Infine ci sono i costi di energia che sono spesso calcolati a forfait in funzione della quantità e tipologia delle lampade. Da indagini che abbiamo eseguito per numerosi comuni abbiamo constatato che raramente vengono aggiornati i censimenti e quindi il calcolo dell’energia consumata viene fatto sulla base di lampade che a volte non esistono più da molti anni. Questo accade soprattutto se il fornitore di energia e diverso dalla proprietà dell’impianto. Lo stesso problema di aggiornamento dei dati è stato rilevato sul calcolo degli oneri manutentivi.
Questa è una prima panoramica generica e superficiale della gestione degli impianti di illuminazione pubblica.
Chi fosse interessato all’argomento potrà contattarci per e-mail, o lasciare un commento.
Nei prossimi articoli fornirò qualche informazione aggiuntiva su come fare questi controlli, quali strade può percorrere l’amministrazione per svincolarsi da questi costi incontrollati e come evitare di cadere in altri contratti che legano mani e piedi la pubblica amministrazione, senza che questa abbia un giovamento o un risparmio.
PS: Una delle regole fondamentali è che si deve avere sempre la situazione sotto controllo. Nel momento in cui perdo il controllo rischio gravi danni, e nel caso specifico ne porta le conseguenze sempre il cittadino.
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